La globalizzazione in Oftalmologia: le malattie oculari dai paesi in via di sviluppo alle popolazioni migranti. Organizzatore dell’evento Dott. Gian Luca Laffi

Se ne parlerà il prossimo 6 giugno nel corso di un convegno a palazzo Gnudi a Bologna promosso da AMOA con la collaborazione di MSD Italia. Il convegno, nel solco delle precedenti iniziative, è dedicato, in questa terza edizione, al project management prima durante e dopo gli interventi in materia oculistica nei paesi in via di sviluppo. Fra gli invitati all’evento ne discuterà il Dott. Gann Luca Laffi, organizzatore e responsabile della segreteria scientifica. Nel corso del convegno saranno affrontate anche le tematiche connesse alle patologie oculari presenti nella popolazione immigrata in Italia.

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Per la cooperazione internazionale raggiungere gli obiettivi, restando all’interno del perimetro dei vincoli determinati dal contesto, dal costo e dal tempo, permane una sfida. Promuovere la prevenzione e la cura delle malattie oculari attraverso l’autofinanziamento e l’autosostenibilità dei progetti mediante l’autonomia professionale e gestionale dei presidi sanitari locali resta l’obiettivo finale di ogni intervento. Per fare tutto questo occorrono saperi e conoscenze sempre maggiori e diffuse in ogni singolo operatore della cooperazione. Ma oggi, occorre volgere lo sguardo anche a livello nazionale. La riduzione degli investimenti a favore del welfare, la presenza di una popolazione immigrata spesso non inserita, e la nuova povertà affacciatasi sul nostro territorio esigono un’attenta analisi. Non basta più promuovere il miglioramento delle condizioni di vita nei contesti di origine, ma occorre sviluppare anche quella dei migrati nel nostro paese. Una dinamica tra i popoli che richiede, sulla base delle nostre esperienze, lo studio di nuove strategie e di nuove forme di collaborazione per affrontare il bisogno di cura ed in particolare quella della patologie oculari, come il glaucoma. E’ un impegno forte, uno sforzo molto alto, ma la fatica è accompagnata da una posizione di vantaggio. Un vantaggio che deriva dal fatto che gli operatori della cooperazione lavorano sia qui che in Africa. Una conoscenza che molto probabilmente consentirà di esaminare ed intraprendere azioni fruttuose rivolte alla soddisfazione dei bisogni di cura dei migranti.

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